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Rimini, 27 gennaio 2010

Gli SWAP del Comune di Rimini.
Nella Voce di Rimini del 24 gennaio 2010, pag. 27 si leggeva un articolo relativo al Comune di Cattolica che ha perso la causa intentata per cancellare i due “Swap” sottoscritti dalla giunta Micucci nel maggio 2003, uno di 4.711.000 Euro con scadenza dicembre 2016 e l’altro per 31.163.000 Euro con scadenza dicembre 2023.
La perdita subita per l’ultimo semestre 2009 è stata di oltre 500mila Euro, mentre la previsione di perdita per il prossimo giugno sfiora i 600mila Euro.
Come noto, anche il Comune Rimini ha sottoscritto con Unicredit, tra il 2001 e il 2003, tre operazioni di “SWAP” per un nozionale di 12.704.030 Euro, 16.686.659 Euro e 16.842.428 Euro con scadenze 31.12.2007, 31.12.2011 e 31.12.2015.
In ottemperanza alla delibera n.9 /AUT/2008 della Corte dei Conti, il Collegio dei Sindaci Revisori del Comune di Rimini, nella “nota sulle operazioni di finanza derivata” in essere al 31 dicembre 2008, ed allegata al bilancio di previsione 2009, ha dichiarato una perdita di circa 560mila Euro, relativa al primo contratto scaduto il 31.12.2007. Per gli altri due contatti, è stata dichiarata una perdita al 31.10.2008 di circa 730mila Euro.
Perdite che, al 31.12.2008, sono state di circa 1.290.000 Euro a carico di tutti i Riminesi.
Inoltre, sembra che il Comune di Rimini nel tentativo di interrompere i due contratti ancora in essere, sia passato alle vie legali contro Unicredit.
Le proposte di “SWAP” da parte delle banche, per loro tipologia, apparivano ai Sindaci ed Assessori come la possibilità di ristrutturare il debito, abbassare i tassi e, spesso, ottenere dalle banche un’entrata di cassa iniziale. In pratica vere e proprie scommesse, operazioni altamente rischiose e speculative, nell’intento di fare cassa subito.
Naturale che le banche, all’atto della sottoscrizione dei relativi contratti, si siano pienamente tutelate da eventuali ricorsi facendo firmare una “liberatoria” con la quale Amministratori e Tecnici locali si autocertificavano “Operatori Finanziari Esperti”, in grado cioè di comprendere appieno i rischi, costi impliciti e opportunità del contratto che si accingevano a firmare.
Infatti, nella causa intentata dal Comune di Cattolica ha vinto la Banca.
Tornando al Comune di Rimini, noi riminesi siamo fortemente preoccupati per i due contratti in essere, perché sappiamo che qualora il tasso di interesse scenda, come sta accadendo in questo periodo di crisi, è il Comune che deve pagare la differenza all’Istituto di Credito.
Siamo anche allarmati perché è noto che nel caso di una azione legale che veda l’Amministrazione soccombere, il pagamento delle spese legali si rileverà come una ulteriore perdita a carico della collettività, perché non sempre vengono rimborsate, vedi Comune di Cattolica.
Dalle ricerche effettuate sul sito del Comune di Rimini non è stato possibile risalire ai dati del Bilancio consuntivo del 2009, corredato delle note del Collegio dei Sindaci Revisori, e neppure ai dati del Bilancio di previsione per il 2010, dati che, per trasparenza, tutti i cittadini dovrebbero poter controllare, trattandosi di Pubblica Amministrazione.
Pertanto, a fronte delle preoccupazioni elencate, i riminesi restano in attesa di una pubblica comunicazione dell’Amministrazione relativa situazione finanziaria al 31.12.2009 degli Swap in essere e che sia reso noto lo stato delle azioni legali intraprese dal Comune nel tentativo di sistemare i conti con Unicredit.

Distinti Saluti.

Walter Moretti

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