the war after

Piano Bar : The Show must go on!
di Virginio Frigieri - 19/03/2010 12.13.20
…e alla fine anche il Dow Jones scavalca la siepe dei massimi di gennaio e … Piano Bar di Virginio Frigieri
The show must go on …

…e alla fine anche il Dow Jones scavalca la siepe dei massimi di gennaio e …

riparte il carrozzone delle illusioni e dei trenini della felicità !. che bello ! ed ora dove si va?
Si parla già di quota 20.000 per il Dow Jones, ma qualche audace azzarda… perchè non 30.000?
Beh, io sono abbastanza vecchio per sapere che il mercato ha sempre ragione e se il Dow vola a fare nuovi massimi se vuoi portare a casa due lire devi andare in campo con la maglia dei rialzisti e poco importa tutto il resto, per cui dai prossimi articoli cercheremo i settori più interessanti per cavalcare il rialzo sperando che non sia un fuoco di paglia di poche sedute, tuttavia sono anche abbastanza vecchio per aver inquadrato perfettamente con che banda (banchieri e politici di tutto il mondo) abbiamo a che fare e per sapere che ogni volta che i corsi della storia portano le classi dirigenti ad un bivio, dove le scelte per definizione si riducono a due, lor signori, sanno sempre ed immancabilmente scegliere la strada che alla lunga farà più danni ; da quel lato la loro capacità rasenta il diabolico, ed anche questa volta gira che ti rigira ci stanno riuscendo perfettamente!

Alla fine degli anni ’60 per far fronte alle ingenti spese belliche sostenute per la guerra in Vietnam gli Stati Uniti avevano messo in circolazione una massa cartacea di dollari pari a circa 8 volte le riserve auree del paese. Il prossimo anno saranno passati 40 anni esatti (1971) da quando il presidente Nixon affondò definitivamente gli accordi di Bretton Woods (1944) tirando fuori di tasca una banconota e sventolandola davanti alla faccia dei giornalisti spiegando loro che la copertura aurea non c’era e non ci sarebbe stata più “questo biglietto vi piaccia o no è l’oro…” disse stizzito ai giornalisti che lo tormentavano tornando sempre a tirar fuori la storia della copertura aurea!.
Quel biglietto sventolato, sancì di fatto la fine degli accordi di Bretton Wood ed aprì la stagione del fiat money. Da quel momento gli Stati Uniti hanno goduto del “piccolo privilegio” (giusto una minuzia) di “produrre” la moneta con cui si indebitavano e da allora la bilancia dei pagamenti americana ha cominciato ad andare in rosso anno dopo anno per importi via via crescenti producendo come contropartita degli enormi avanzi nelle bilance commerciali di altri paesi come Germania, Giappone e più recentemente la Cina. In pratica questi paesi hanno visto crescere a dismisura le loro riserve di crediti sull’estero e quindi le loro masse monetarie.
Se nel trentennio di Bretton Woods 1944-1971, le riserve valutarie erano cresciute del 55%, l’aver tolto il vincolo della copertura aurea che era l’unico freno per impedire ai pubblici poteri di deprezzare il valore della moneta accendendo le rotative e stampandone di nuova ad ogni piè sospinto ha portato in circa quarant’anni all’incremento della massa monetaria di oltre trenta volte (il 3000%).
Le conseguenze di questo aumento di massa monetaria hanno portato negli anni ’70 e ’80 al fenomeno inflazionistico che tutti i meno giovani ben ricordano, mentre dopo, a partire dagli anni ’90, è arrivata la globalizzazione a inondarci di prodotti di consumo a prezzi bassi e l’inflazione, e di conseguenza i tassi di interesse, si sono andati man mano abbassando fino quasi ad azzerarsi, creando di fatto le basi per la creazione delle bolle speculative che abbiamo visto via via esplodere fino all’ultima crisi del 2007 quando azioni ed immobili hanno raggiunto livelli di prezzo che senza questo regime di “fiat money” non si sarebbero mai raggiunti.

Ma la cosa bella è che dopo aver drogato il mercato per 40 anni con la finanza, l’unico rimedio che i signori di cui sopra sono stati in grado di partorire a tutt’oggi , è stato quello di curare il malato semplicemente aumentando ancora di più la quantità di droga somministrata arrivando alle attuali dosi da cavallo.
E poi per tranquillizzare gli ambienti e gli animi, ti vengono a parlare di “exit strategy” e di ritorno alla normalità che… semplicemente non esiste!
Come ha ben spiegato il mese scorso, il prof. Arcucci che seguo da anni per la chiarezza e la lucidità delle sue analisi, la exit strategy è solo uno slogan e una pia illusione, perché c’erano solo due modi possibili per chiudere questa storia: il primo ricalcando lo scenario Giapponese, per cui concluso un bell’annetto di rally, i mercati non riuscivano a stabilizzarsi e tornavano a crollare una seconda volta, come pensavano molti fra cui il sottoscritto. Non è una prospettiva rosea, ma perlomeno avrebbe riportato molti coi piedi per terra e l’aggravamento della crisi come le pestilenze nei secoli passati avrebbe decimato le aziende e salvato solo le più forti e più sane.
In Giappone nonostante i tassi di interesse siano praticamente a zero da vent’anni, il debito pubblico supera il 200% di PIL e il mercato azionario ha fatto quasi 15 anni consecutivi di ribasso, poi qualche spunto rialzista seguito sempre da nuovi crolli e per farla breve ancora oggi siamo un 25% sotto ai massimi di gennaio 1990.!!... per fortuna che qualche imbecille a ricordarci che …”nel lungo periodo le borse guadagnano sempre!!” … salta sempre fuori… peccato che nel lungo periodo siamo tutti morti… ma questo è un altro discorso.

La seconda opzione è che si mette in moto una nuova ondata di rialzi alimentati da una sorta di “fuoco verde della FED all’azzardo morale”, per cui si arriva col Dow Jones a … 20.000? 30.000? chi offre di più ? e si va avanti creando una nuova bolla più mostruosa delle precedenti, rinviando il giorno del giudizio al... 2014-2015??.

Solo che a quel punto il gap tra i prezzi di borsa e i fondamentali sarebbero talmente fuori dal mondo che il crollo che ne seguirebbe sarebbe veramente inarrestabile al punto da far sembrare Prechter, una sorta di ottimista bonaccione!
Con tassi quasi a zero e conti pubblici in ultra rosso al quadrato, non ci saranno più miracoli, cure o munizioni per intervenire e potremo andarcene tutti quanti felicemente affanculo!

Se il break-out di questi giorni tiene e si dimostrerà duraturo, allora potete scommettere che il viaggio per la destinazione di cui sopra è già cominciato ed avrete la conferma di quale strada sia stata scelta dalle classi dirigenti.
Avanti così verso la catastrofe… ma con ottimismo e mi raccomando, quando gli Angeli del Signore inizieranno a compiere la loro opera distruttrice annunciata, … oltre a scappare lontano dalla borse e dalla finanza, ricordatevi di non voltarvi a guardare…perché sareste tramutati all’istante in statue di sale!

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